Una lampada da tavolo ispirata a una vecchia cuffia di mio nonno, che ho in camera come ricordo, ho pensato che la sua forma cosi armonica devesse essere utilizzarla per qualcosa nuovo.
Ho ragionato su come associare la musica a qualcosa che per
noi è fondamentale, la luce e l’illuminazione.
E’ nata così una lampada da tavolo pretenziosa, perchè oltre ad omaggiare un grande artista come Lucio Battisti (1943-1998), vuole al
contempo destabilizzare ,come mai dove prima cantavamo o ascoltavamo musica adesso fuoriesce luce?
Mi posto anche altre domande:
una cuffia o un microfono devono rimanere solo e soltanto tali? Non
trovi la cosa un limite ?
La risposta è una, abbiamo bisogno del tempo per adattarci come
in passato è stato per altre cose più importanti e cito un filosofo
egiziano la cui teoria poi verrà ripresa da Tommaso d’Aquino: “corrispondenza tra realtà ed intelletto” e diceva semplicemente che
“dire di ciò che esiste che non esiste e di ciò che non esiste che esiste
è falso mentre dire di ciò che esiste che esiste e di ciò che non esiste
che non esste è vero”.
Con questo volevo dire, che se io trasformo una cuffia in un contenitore di luce essa diventerà una lampada, perchè esiste.
Nell concreto ho realizzato una lampada con base ellittica,
il cui corpo verticale si interseca con il corpo orizzontale che si potrà sopostare avanti e indietro su di esso.
I due paralumi si trovano all’estremità del corpo orizzontale uno riprende le forme un microfono vintage creando una luce d’atmosfera,
l’altra è una luce tecnica sottoforma di una cuffia vecchio
stile della sony.