Francesca Mancini
05/12/2018Il docente Paolo Monina espone a Senigallia: OLTRE I TABU’
Il docente di Poliarte Accademia di belle arti e design Paolo Monina espone a Senigallia fino 6 gennaio 2019 presso la galleria SpazioArte
della Fondazione A.R.C.A. , in una mostra dedicata al tema dei sentimenti
negati dalla paura e dai dolori. L’esposizione dal titolo OLTRE I TABU’ vede accanto ad opere fotogafiche di Paolo Monina, quelle pittoriche di Antonio Delle Rose entrambi artisti del panorama
marchigiano, noti anche all'estero.
L’evento espositivo può raccogliere l’interesse di un pubblico di
giovani che desidera approfondire i percorsi inconsapevoli dell’anima,
grazie al linguaggio della fotografia, dell’arte informale o della
pittura figurativa. La commistione espressiva tra fotografia e pittura è
spesso impiegata dal cinema che ha sviluppato uno stile pieno di
assonanze con altri linguaggi espressivi.
L‘esposizione, che è affrontata in una combinazione di due stili
diversi, intende leggere interiorità del pittore Antonio Delle Rose e
del fotografo Paolo Monina grazie alle opere del percorso espositivo
dello SpazioArte. Tutt’e due sono importanti personalità del panorama
artistico marchigiano che hanno voluto raccogliere la sfida di esporre
in uno spazio piccolo nel cuore di Senigallia, ma non certo tra i più
prestigiosi della città.
Il tema dei fiori di questa mostra è ispirato a Gina Pane, artista
francese che lavorò sul concetto di amore come esperienza di amara
disperazione. La sofferenza, che può essere legata ad un sentimento
forte, fu da lei affrontata in una sorta di performance dal titolo
Azione sentimentale (1973) allestita presso la Galleria Diaframma di
Milano. Il progetto espositivo dello SpazioArte è stato sviluppato
tenendo in considerazione i lavori degli anni ’80 quando l’artista non
ha più utilizzato il suo corpo nelle installazioni, ma ha incominciato
ad accostare materiali differenti, facendo emergere dal suo lavoro la
sofferenza fisica e morale da cui lo spettatore tendeva a scappare. Un
interessante articolo del 2009 di Salvatore Maresca Serra ha aperto una
riflessione sul dolore e sul pensiero negativo come evoluzione della
filosofia di Shopenhauer.
Ragionando su questo tema, Antonio Delle Rose e Paolo Monina
hanno voluto esplorare nuove forme di ricerca in cui l’intervento
artistico possa dare delle risposte alla vita di tutti i giorni, ossia
al superamento dell’isolamento della malattia, del dolore oppure
dell’esclusione sociale. L’arte cerca di correggere la paura di poter
sbagliare, imponendo a se stessi dei divieti forti che diventano tabù.
Le rose del pittore pesarese, piene di spine, possono
ferire e creare delle lacerazioni alla meno od alle braccia. Il bel
fiore si trasforma in un’arma di sofferenza, quando tentiamo di cogliere
una rosa perché gli aculei entrano nella nostra pelle (se non facciamo
attenzione). Questa ipotesi di interpretazione dei dipinti di Antonio
Delle Rose in questa mostra può essere letta in una chiave leopardiana: “
non c’è uomo così profondamente persuaso della nullità delle cose,
della certa e inevitabile miseria umana, il cui cuore non s’apra
all’allegrezza anche la più viva…” (Zibaldone, 2 gennaio 1829). Ossia
l’uomo si vuole avvicinare alla rosa che rappresenta il bello ed il
sublime, ma il dolce incanto si spezza subito al contatto con il dolore
delle spine delle rose che proteggono il gambo affinché non venga reciso
e muoia il fiore. Le calle adagiate a terra o sul tavolo fanno pensare a
dei corpi inermi che hanno rifiutato di continuare a vivere.
Questo tema riflette l’istinto artistico di Paolo Monina che sente molto
vicino il surrealismo e lo stile di Man Ray. L’effetto pittorico e
patinato di toni violacei o blu cede ancora più rarefatto
l’ambientazione in cui è stato posto il mazzo di fiori. Grazie alle
fotografie di Paolo Monina si amplifica di più il sentimento della
negazione e del rifiuto tipico di chi non ammette qualsiasi forma di
emancipazione sociale o affettiva. Pertanto all’individuo non rimane che
accettare inerme e in solitudine qualsiasi cosa perché non rimane
all’uomo che guardare!
Informazioni http://www.fondazionearca.org/wp/arte-immagine-2/
Intervista a Paolo Monina:
https://www.ilmartino.it/2018/12/senigallia-la-mostra-oltre-tabu-alla-galleria-spazioarte-della-fondazione-arca-intervista-paolo-monina/